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Crespi d'Adda

Crespi d'Adda, situato nella provincia di Bergamo, è un eccezionale esempio di città aziendale e rappresenta un'importante testimonianza del periodo industriale italiano.

Fondata nel 1878 dall'imprenditore textile Cristoforo Benigno Crespi, questa comunità fu concepita per fornire alloggio e servizi essenziali ai lavoratori e alle loro famiglie impiegati nell'adiacente cotonificio.
Ciò che rende Crespi d'Adda un sito Unesco è la straordinaria fusione tra l'ambiente urbano e la vocazione industriale. La città, costruita con criteri urbanistici innovativi dell'epoca, ospita edifici residenziali, una chiesa, una scuola, un ospedale e altri servizi, tutti armonicamente integrati nell'ambiente circostante. Le case degli operai, costruite in mattoni rossi, rispecchiano uno stile architettonico tipico dell'epoca.
Inoltre, l'attenta pianificazione urbanistica includeva la creazione di spazi verdi e di ricreazione, dimostrando la cura per il benessere dei lavoratori. Questo modello di città aziendale anticipò di molto il concetto di welfare aziendale, rappresentando un esempio pionieristico di sviluppo sostenibile e attenzione al fattore umano nell'ambiente lavorativo.
L'inserimento di Crespi d'Adda nella lista dei siti Unesco sottolinea la sua importanza storica e sociale, invitando a preservare questo prezioso patrimonio che offre preziose lezioni sulla convivenza tra lavoro e vita, design urbano e responsabilità sociale.

Crespi d'Adda

Crespi d'Adda a Capriate San Gervasio, in Lombardia, è un notevole esempio di "città aziendale" del XIX e dell'inizio del XX secolo, creata da industriali progressisti in Europa e Nord America per soddisfare le esigenze dei loro lavoratori. Il villaggio, fondato da Cristoforo Benigno Crespi, è stato progettato per offrire alloggi confortevoli e servizi per mantenere una forza lavoro stabile e prevenire conflitti industriali. È rimasto di proprietà di un'unica azienda fino agli anni '70, quando alcuni edifici sono stati venduti a privati.
Il villaggio offriva standard di vita elevati, con residenze multifamiliari dotate di giardini e servizi comunitari avanzati. L'intera città era disposta geometricamente, con edifici industriali da una parte della strada principale e il villaggio dall'altra, disposto in una griglia rettangolare. I lavoratori avevano accesso a servizi come bagni pubblici, cliniche, cooperative, scuole, un piccolo teatro, un centro sportivo e altro ancora. L'autenticità e l'integrità del villaggio sono state preservate, con la sua struttura urbana ed architettonica rimasta in gran parte inalterata.
Tuttavia, cambiamenti economici e sociali, tra cui la spopolazione, costituiscono una potenziale minaccia per la sua sopravvivenza continua. La proprietà è protetta da normative nazionali, regionali e locali che impongono restrizioni ai proprietari. Sono in atto misure di protezione per gli edifici più importanti, e la proprietà è soggetta a normative di pianificazione urbanistica. La proprietà è divisa tra entità pubbliche, religiose e private. Il proprietario privato mira a reintrodurre il lavoro legato al settore dei servizi nella fabbrica e contemporaneamente a potenziare attività culturali e turistiche nel villaggio.

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